Napoli terra di bioeconomia: l’acceleratore, i centri di ricerca e il nuovo progetto da 350 milioni

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C’è Terra Next, programma di accelerazione per startup e pmi innovative del settore della bioeconomia, che fa parte della Rete nazionale acceleratori Cdp. C’è Agritech, il Centro nazionale per lo sviluppo delle nuove tecnologie in agricoltura, un progetto basato sull’utilizzo delle tecnologie abilitanti per lo sviluppo sostenibile delle produzioni agroalimentari, con l’obiettivo di favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici, la riduzione dell’impatto ambientale nell’agrifood, lo sviluppo delle aree marginali, la sicurezza, la tracciabilità e la tipicità delle filiere.

Un progetto che vale circa 350 milioni di euro di cui 320 milioni a carico del Pnrr, che coinvolge 28 università, 5 centri di ricerca, 18 imprese e che ha scelto Napoli come sede. C’è la Stazione sperimentale per l’industria delle pelli e delle materie concianti. C’è il Ceing, centro per le Biotecnologie avanzate Franco Salvatore all’Università degli Studi di Napoli Federico II. Sono più di venti le realtà di ricerca e sviluppo nelle bioeconomie attive in Campania e sono a decine le imprese di quest’area in questa regione. Non a caso il settore rappresenta il 19,6% dell’intero valore dell’economia del meridione d’Italia.

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L’acceleratore di startup della bioeconomia

Terra Next, che conta oggi 16 snodi su tutto il territorio nazionale e prevede la partecipazione di Intesa Sanpaolo Innovation Center in qualità di co-ideatore e promotore e il supporto di Cariplo Factory, che gestisce operativamente il programma, ha lanciato da un paio di settimane la seconda call per startup operanti negli ambiti della i settori della nutraceutica, Circular & bio-materials e agricoltura rigenerativa.

“Portiamo per quattro mesi a Napoli, all’interno dell’innovativo campus di San Giovanni a Teduccio dell’Università Federico II, dieci startup internazionali del settore e con loro aziende e investor”, commenta Andrea Beretta, Head of startup & investment di Cariplo Factory e responsabile del programma di accelerazione di Terra Next. Le ricadute sul territorio di attività come questa sono importanti: “Tra i partner abbiamo corporate come Novamont, Nestlè e Pasta Garofalo, Gruppo Gera e all’evento conclusivo del primo percorso di accelerazione abbiamo portato a Napoli più di 50 investor”, aggiunge.

 

L’acceleratore prevede inoltre il coinvolgimento di partner istituzionali e scientifici, quali Fondazione con il Sud, l’Università Federico II di Napoli, il Campania Digital Innovation Hub, il Cluster Italiano della Bioeconomia Circolare Spring, il centro di innovazione deep tech Materias, il centro studi S.R.M. – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno.

“Con Cdp abbiamo volutamente scelto Napoli per la tradizione in questi settori e per le competenze presenti tra l’Università Federico II, il distretto dei materiali e altri 20 laboratori di ricerca pubblici e privati – commenta Beretta -. È un territorio da sempre pronto a innovare in area bioeconomia ma mancavano gli investimenti. In questo modo si dà la possibilità di avere una finestra aperta sul territorio e si portano investitori”.

Il Centro nazionale per lo sviluppo delle nuove tecnologie in agricoltura

Sono partite ufficialmente da poche settimane le attività di Agritech, il Centro nazionale per lo sviluppo delle nuove tecnologie in agricoltura: un progetto che ha come capofila la Federico II e al quale partecipa anche l’Università di Catania, basato sull’utilizzo delle tecnologie abilitanti per lo sviluppo sostenibile delle produzioni agroalimentari con l’obiettivo di favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici, la riduzione dell’impatto ambientale nell’agrifood, lo sviluppo delle aree marginali, la sicurezza, la tracciabilità e la tipicità delle filiere. Il valore complessivo dell’investimento è di circa 350 milioni di euro, di cui 320 a carico del Pnrr: un finanziamento senza precedenti per la ricerca in agrifood.

Il Centro Agritech ha l’obiettivo di far collaborare le migliori competenze scientifiche per rendere l’industria agroalimentare italiana più competitiva e sostenibile. L’Università Federico II è l’ente promotore del Centro Nazionale Agritech ed è responsabile dell’HUB nazionale che avrà sede a Napoli Est nell’ex comprensorio della Manifattura dei Tabacchi.

“Si tratta di un progetto strategico per l’Italia – spiega il rettore dell’Università Federico II, Matteo Lorito -. La competitività dell’agroalimentare del nostro Paese aumenterà notevolmente nei prossimi anni grazie a ciò che si farà all’interno del Centro Agritech, guidato dalla Federico II ma che vede insieme 28 università, 5 centri di ricerca e 20 aziende. Il fatto che il progetto abbia il coordinamento a Napoli è un grande riconoscimento per la Regione Campania e per tutto quello che è stato fatto nel settore agroalimentare. È momento significativo e storico molto importante per il settore agroalimentare, che è una componente fondamentale del pil nazionale e di quello campano”.

“Le attività del Centro – continua Lorito – riguardano prevalentemente l’adattamento della produzione agraria ai criteri della sostenibilità e ai cambiamenti climatici, la riduzione degli sprechi, lo sviluppo di strategie di economia circolare, lo sviluppo delle aree marginali e promuovere la sicurezza, la tracciabilità e la tipicità delle filiere”.

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