Il Kilometro Rosso dell'open innovation trova i talenti e li forma per le aziende del territorio

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Quaranta progetti di ricerca e sviluppo finanziati per più di 139 milioni di euro, 37 laboratori, 650 brevetti depositati, 70.000 delegati ufficiali provenienti da tutto il mondo, 150 eventi all’anno per promuovere l’innovazione tecnologica con oltre 15.000 partecipanti e più di 500.000 ingressi registrati all’anno: sono alcuni dei numeri di Kilometro Rosso, il parco scientifico tecnologico di Bergamo, uno dei principali distretti dell’innovazione in Italia, un luogo di incontro tra ricerca e impresa che opera come agente del trasferimento tecnologico.

«La Lombardia è uno dei quattro “motori d’Europa”, tra le più industrializzate e produttive regioni del continente. Bergamo è la seconda provincia industriale d’Europa in termini di valore aggiunto della produzione industriale – commenta il direttore di Kilometro Rosso Salvatore Majorana -. Siamo diventati uno dei più importanti agenti per il trasferimento tecnologico in Italia e in Europa. Le aziende italiane purtroppo non investono molto in ricerca, abbiamo pochi campioni e la maggior parte degli altri che non si prendono il rischio. Noi cerchiamo di abbattere le barriere».

– Leggi anche:

Salvatore Majorana

Kilometro Rosso: la storia

Nato nei primi 2000 da un’idea del presidente di Brembo Alberto Bombassei Kilometro Rosso nasce dall’industria per l’industria. Non è un caso che a questa continui a piacere così tanto da convincere Confindustria Bergamo ad abbandonare la “tipica sede” confindustriale in centro città, per insediarsi negli spazi di Kilometro Rosso e favorire la collaborazione tra aziende e ricerca: «Gli esempi concreti sono tantissimi – aggiunge Majorana – grazie all’alleanza tra la la startup BGreen e lo storico cotonificio Albini, per esempio, è nata una nuova generazione di tinture bio per il cotone estratte da funghi. Brembo e Italcementi hanno collaborato per realizzare delle pastiglie per freni in cemento, che rilasciano nell’aria molti meno inquinanti di quelle tradizionali».

La ricerca di talenti

E se Kilometro Rosso fino a oggi ha attirato a sé aziende di tutto il territorio e di tutta Italia grazie alla sua capacità di metterle in contatto con realtà e provider tecnologici e di ricerca in base alle loro esigenze, ora il parco scientifico e tecnologico affianca aziende e pmi del territorio in un’altra necessità: la ricerca e l’attrazione di profili tecnici specializzati.

«La formazione dei talenti è il secondo pilastro della nostra attività.  – prosegue Majorana -. In un territorio dove c’è poca offerta di profili adeguati, noi ne formiamo circa 650-700 all’anno, che inseriamo in azienda grazie ai programmi che i nostri partner mettono a disposizione. Attiriamo i ragazzi anche da fuori territorio e offriamo loro una formazione tecnica specialistica tramite i programmi dell’Academy di Experis e di due Its che hanno sede nel campus».

kilometro rosso

La crescita

E nonostante la pandemia abbia cambiato in molti ambiti la percezione rispetto al concetto di prossimità e territorio, Kilometro Rosso continua a crescere: «Le aziende sembrano aver compreso che la prossimità è un valore – conclude il direttore -. Le richieste di insediamento sono in crescita e stiamo realizzando un nuovo edificio di 13mila metri quadri dove le aziende potranno creare i propri laboratori di ricerca».

Ti potrebbe interessare