ComoNext, il polo di "tech transfer collaborativo" in cui operano 140 aziende e startup

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“Nasce come parco scientifico tecnologico e si sviluppa con il criterio degli hub italiani che di fatto sono bei condomini, operazioni immobiliari, dove le aziende mettono i loro uffici”, è così che Stefano Soliano, direttore generale di ComoNext e ceo di C.Next, descrive la logica con cui è nato, nel 2010, il progetto ComoNext. Dal 2016 il passo di ComoNext è cambiato: “I soci pubblico privati – tra cui il Comune, la camera di commercio di Como, Confindustria ma anche una serie di banche – hanno iniziato a pensare che un luogo così avrebbe potuto e dovuto connettere realtà nel territorio per contaminarlo con l’innovazione”, commenta Soliano. Proprio nel 2016 prende il via il nuovo corso di ComoNext e il “bel condominio” di aziende si trasforma in una comunità dinamica e innovativa.

Oggi, con oltre 140 aziende e startup che vi operano, ComoNext è diventato un centro vitale di connessione e contaminazione tra diverse realtà del territorio, tutte unite dalla volontà di innovare: “Abbiamo un modello di “tech transfer collaborativo”, con l’introduzione di Next Innovation, un patto di sistema che mira a generare opportunità di business per le aziende ospitate, partendo dalle richieste provenienti dall’esterno – racconta Soliano -. Agendo come main contractor di progetti, ComoNext compone gruppi di aziende, sfruttando la sua vasta competenza che spazia dalle tecnologie all’industria. Un vantaggio significativo di questo approccio è la sua inclusività, che coinvolge anche università e centri di ricerca, rendendo ComoNext un vero erogatore di progetti e servizi innovativi”.

Ma la vera peculiarità dell’hub risiede nella sua capacità di portare innovazione anche alle piccole e medie imprese: “Facciamo quello che le grandi società di consulenza fanno per le grandi imprese ma in modo molto più accessibile”, sottolinea il direttore generale.

Il nuovo corso di ComoNext

Comonext si trova ora di fronte a una sfida: la necessità di spazio per accogliere nuovi progetti e servizi. Da qui nasce C.Next, un progetto ambizioso che si propone di replicare il modello di successo di ComoNext in altre aree d’Italia. Con un capitale iniziale di 8 milioni di euro, C.Next ha già raccolto oltre la metà dei fondi grazie a investitori privati. L’accordo con ComoNext permette di importare il modello di successo e di avviare nuovi hub innovativi in città e territori simili al comasco. Molti accordi sono già siglati e a breve i nuovi hub verranno annunciati.

“Questo approccio non solo porta innovazione economica nelle aree coinvolte, ma si propone anche di colmare le ferite del territorio, riutilizzando fabbriche dismesse e riportando vitalità nelle comunità locali – conclude Soliano -. L’innovazione diventa così un collante sociale, capace di unire paesi divisi attraverso una visione collaborativa anziché competitiva”.

Le attività

Insieme allo sviluppo di progetti d’innovazione attraverso il modello della NExT Innovation®, utile da un lato ai territori per attivare processi di sviluppo e dall’altro anche alle imprese per trovare supporto nei loro progetti industriali, gli altri due pilastri del progetto C.Next sono l’attività di incubazione e accelerazione di startup, che comprende anche le fasi di orientamento all’impresa e di pre-incubazione, si articola in molteplici iniziative collaterali come: Contamination Lab (C.Lab), luoghi aperti presso sedi universitarie con l’obiettivo di scovare giovani talenti e supportarli nel trasformare le loro idee in imprese; i-Start, startup academy europea che offre formazione a studenti universitari e laureati aspiranti imprenditori. Ci sono poi i servizi di formazione, in primis la Manufacturing Academy che propone corsi di programmazione e manutenzione di sistemi robotici 4.0 (in collaborazione con Comau, EnaipNet e Umana), ma anche la collaborazione con Its e con altre realtà formative.

I progetti

Tra i progetti di successo nati in ComoNext quello con l’azienda Brustia – Alfameccanica che produce diversi tipi di macchine per calzaturifici Nonostante ai giorni attuali l’azienda sia di piccole dimensioni  il marchio Brustia-Alfameccanica è riconosciuto come eccellenza della tecnologia per le calzature.  La costante ricerca di nuovi prodotti, ha consentito di sviluppare macchinari innovativi per il controllo qualità, come lo Scanner a raggi X e i sistemi tracciabilità tramite Rfid, destinati al settore calzaturiero, ma anche ad altri tipi di industria dove la qualità è importante.

Lo scanner a raggi X e i sistemi Rfid – sviluppati con il supporto di ComoNext – sono i prodotti di punta aziendali essendo gli unici strumenti di pieno controllo automatico non distruttivo delle calzature e articoli in pelle ed è già stato adottato da grandi brand italiani e stranieri che vogliono garantire alla loro clientela un prodotto sicuro e testato per una lunga durata nel tempo.

Tra le startup Absolute, attraverso l’utilizzo di algoritmi di intelligenza artificiale e machine learning, offre un servizio di monitoraggio del manto nevoso in montagna, a istituzioni, organizzazioni e professionisti. L’attività viene svolta mediante l’utilizzo di tecnologia proprietaria e con l’utilizzo di un’infrastruttura informatica collocata presso la sede della società.

 

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