Distanziamento sociale, il nemico è il marciapiede: a Milano uno su due non lo garantisce

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Una mappa colorata di Milano (ma non solo) che dice all’utente se su quel determinato marciapiede è possibile mantenere la distanza di sicurezza oppure no. Una bella idea, vero? Il sovraffollamento e la densità abitativa sono due fattori cruciali per l’aumento di rischio delle pandemie, e i marciapiedi stessi sono, per definizione, luoghi in cui c’è più possibilità di venire a contatto con altre persone. A creare questa mappa online è stato Maurizio Napolitano, ricercatore della Fondazione Bruno Kessler di Trento, che non ha mappato solo il capoluogo lombardo, ma si è dedicato anche a altre zone e città d’Italia: Alto Adige, Piemonte, Emilia-Romagna, Abruzzo, Lazio, Basilicata e Puglia. «L’idea è nata grazie ad un progetto creato da un civic hacker di nome Meli Harvey che ha mappato gli interi marciapiedi della città di New York. Ovviamente la cosa ha fatto il giro del mondo, e così lui ha deciso di rendere disponibile il codice sorgente della mappa per poterla ricreare anche da altre persone con l’aiuto degli Open Data. Così ne ho approfittato e ho ricreato la stessa idea per diverse città italiane», spiega Napolitano.

Sulla mappa sono rappresentati i marciapiedi e i percorsi pedonali di tutta Milano. In azzurro quelli più larghi lungo i quali mantenere il distanziamento sociale quando si incrocia un altro passante è molto semplice. In rosso invece quelli larghi meno di 2 metri: qui incontrare qualcuno e riuscire a mantenere le distanze di sicurezza è molto più difficile.

Distanziamento sociale a Milano: lo studio

A studiare se il distanziamento sociale sui marciapiedi di Milano sia attuabile o meno, ci ha pensato però la ditta Systematica, azienda che analizza sistemi di trasporto, che ha creato sua mappa personale del capoluogo. Il risultato preliminare delle analisi, che come riportato dalla stessa ditta «devono necessariamente essere verificare a valle di una raccolta dati più dettagliata», è che più del 40% dei marciapiedi di Milano non sono ad oggi adatti a garantire il necessario distanziamento sociale. Per questo sarebbe utile e necessario una serie di interventi di riqualificazione per garantire i giusti livelli di sicurezza.

La metodologia è stata semplice: «In Lombardia la distanza interpersonale raccomandata per il contenimento del contagio è di 1 metro. Partendo da questo presupposto è stato considerato lo lo spazio occupato da ogni persona (0.6 m + 0.2 m di comfort zone), applicato il metro di distanziamento e ipotizzato diverse sezioni. In questo modo sono stati definiti degli intervalli per valutare il livello di idoneità dell’infrastruttura pedonale in base alla sua larghezza», spiega l’azienda.

In numeri, lo studio ha dimostrato come ben il 45% dei marciapiedi sulla mappa milanese non sia adatto per mantenere il distanziamento sociale, mentre solo il 17% ha le larghezze ideali. Il restante 38% ha una misura accettabile. Le conclusioni vengono da sé: l’infrastruttura pedonale del capoluogo lombardo non riesce oggi a garantire situazioni di sicurezza per quanto riguarda il mantenimento del corretto distanziamento sociale. Per questo il Comune dovrebbe incentivare e implementare misure di pedonalizzazione di aree diverse per garantire libero movimento in sicurezza ai pedoni.

Alexander Ginestous

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