Spreco alimentare e packaging, da tre startup italiane nascono le nuove soluzioni per cambiare rotta

In Italia, ogni anno, il cibo buttato costa quanto una manovra economica. Secondo i dati del Rapporto Internazionale Waste Watcher, nel 2024 lo spreco alimentare ha raggiunto un valore di 14,1 miliardi di euro, con una crescita del 45,6% rispetto all’anno precedente. Un dato che fa riflettere, soprattutto perché oltre un quarto di queste perdite (28,5%) si verifica nella fase di commercializzazione: quando i prodotti sono già stati coltivati, raccolti, trasportati. E pronti per essere consumati.

Un ruolo centrale in questa dinamica lo gioca il packaging, spesso incapace di garantire una conservazione efficace e duratura dei prodotti, soprattutto quelli freschi. Nonostante l’Italia abbia raggiunto un tasso di riciclo complessivo del 75,3% per i rifiuti di imballaggio (dati CONAI 2023), due terzi del packaging alimentare resta ancora a base plastica. E in molti casi, la plastica non viene nemmeno riciclata: la quota effettiva di riciclo resta infatti sotto il 50%.

A fronte di questo scenario, l’innovazione tecnologica applicata al settore agroalimentare prova a offrire alternative. Tre startup italiane – Mama Science, Alkelux e AgreeNET – stanno sviluppando soluzioni per prolungare la shelf life degli alimenti e ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi, agendo su fronti complementari.

Coating vegetali, additivi naturali e capsule bioattive

Mama Science, con sede a Bologna, lavora a rivestimenti e film biodegradabili ottenuti da materie prime vegetali, ispirati a processi naturali. Applicabili a prodotti come frutta, carne e latticini, questi materiali agiscono come barriera contro l’umidità e l’ossigeno, contribuendo a rallentare il deperimento degli alimenti.

Alkelux, realtà sarda, ha invece sviluppato un additivo antimicrobico ottenuto dagli scarti della liquirizia. Integrabile nei materiali da confezionamento senza modificare le linee produttive esistenti, l’additivo ha già dimostrato efficacia nel prolungare la freschezza di prodotti ortofrutticoli ad alta deperibilità, come le fragole.

Infine, AgreeNET propone un approccio bioattivo con un POD biodegradabile da inserire direttamente all’interno delle confezioni. Il dispositivo rilascia sostanze naturali che mimano i meccanismi di difesa delle piante, permettendo di estendere la shelf life degli alimenti fino a venti giorni in più.

Innovazione e sistema

Queste tecnologie emergono da FoodSeed, programma di accelerazione dedicato all’AgriFoodTech sostenuto da CDP Venture Capital, Fondazione Cariverona, UniCredit ed Eatable Adventures. L’obiettivo è chiaro: superare le fragilità strutturali della filiera agroalimentare italiana, favorendo un’adozione concreta di soluzioni tecnologiche capaci di migliorare la sostenibilità economica e ambientale del settore.

Lo spreco alimentare non è solo una questione etica, ma un fallimento sistemico che si traduce in inefficienza economica, consumo di risorse e inquinamento. Innovare i processi e i materiali lungo la filiera, a partire dal packaging, non è più una scelta opzionale. È una delle chiavi per affrontare la transizione ecologica in modo pragmatico e misurabile.

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