Imprese, PA e turismo: quasi 50 miliardi nel Recovery Plan per la digitalizzazione

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Entra nel vivo il percorso del Recovery Plan: il governo Draghi ha inoltrato al Parlamento il testo completo del «Piano Nazionale di ripresa e resilienza» (Pnrr), analizzato nei giorni scorsi durante il Consiglio dei Ministri. Verrà illustrato oggi 26 aprile alle Camere e successivamente al Senato. Con l’approvazione delle Camere il piano, dopo ulteriore revisione finale del Cdm, verrà spedito a Bruxelles. In caso di approvazione dell’UE (che ha 60 giorni per esaminare il piano) l’Italia otterrà 191,5 miliardi di euro fino al 2026: il 13%, circa 24 miliardi, come anticipo entro l’estate 2021. Inoltre il piano è affiancato da un Fondo complementare di 30,6 miliardi di risorse nazionali in deficit, per un totale di 222 miliardi di investimenti previsti.

«Siamo di fronte ad un intervento epocale, che intende riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica, contribuire a risolvere le debolezze strutturali dell’economia italiana, e accompagnare il Paese su un percorso di transizione ecologica e ambientale», così hanno commentato da Palazzo Chigi la presentazione del tanto discusso progetto per far ripartire il Paese dopo la pandemia da Covid-19.

Pnrr, sei missioni per far ripartire l’Italia

La struttura del Piano è composta da 6 missioni: 1) Digitalizzazione, a cui saranno destinati 49,2 miliardi; 2) Rivoluzione verde, con 68,6 miliardi e l’obiettivo di raggiungere il 65% di riciclo dei rifiuti plastici 3) Infrastrutture, con 31,4 miliardi da investire in interventi mirati come la creazione dell’alta velocità ferroviaria al Sud; 4) Istruzione, con 31,9 miliardi da sfruttare per l’organizzazione di 152 mila posti in asilo nido per i bambini fino a 3 anni e 76 mila tra i 3 e i 6 anni. ; 5) Inclusione, con 22,4 miliardi da investire in progetti di parità sociale; 6) Salute, con 18,5 miliardi con cui potenziare infrastrutture e personale sanitario.

Il Piano, inoltre, prevede nuove assunzioni in tutta la pubblica amministrazione, con innovativi sistemi di reclutamento, più rapidi e intuitivi; velocizzazione della giustizia, abbreviando i tempi dei processi civili e penali; semplificazione delle pratiche per partecipare alle gare d’appalto; Una maggiore e regolare concorrenza. Se il Piano avrà successo, nel 2026 il Pil sarà di 3,6 punti percentuali più alto del tendenziale e l’occupazione di 3,2 punti.

Digitalizzazione: tre direttrici di investimento

Concentrandosi sulla prima missione «Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura», come scritto in precedenza verranno stanziati complessivamente 49,2 miliardi, di cui 40,7 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 8,5 miliardi dal Fondo. Risorse c he saranno suddivise in tre macro-capitoli: al capitolo «Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella pubblica amministrazione» vanno 10,1  miliardi di euro, alla voce «Digitalizzazioe, innovazione e competitività  nel sistema produttivo» sono destinati 27,47 miliardi, mentre a «Turismo e cultura 4.0» sono indirizzati 6,08 miliardi di euro.

Gli investimenti previsti nel piano assicurano la fornitura di banda ultra-larga e connessioni veloci in tutto il Paese. In particolare, portano la connettività a 1 Gbps in rete fissa a circa 8,5 milioni di famiglie e a 9.000 edifici scolastici che ancora ne sono privi, e assicurano connettività adeguata ai 12.000 punti di erogazione del Servizio Sanitario Nazionale. Viene avviato anche un Piano Italia 5G per il potenziamento della connettività mobile in aree a fallimento di mercato. Il Piano prevede incentivi per l’adozione di tecnologie innovative e competenze digitali nel settore privato, e rafforza le infrastrutture digitali della pubblica amministrazione, ad esempio facilitando la migrazione al cloud. Per turismo e cultura, sono previsti interventi di valorizzazione dei siti storici e di miglioramento delle strutture turistico-ricettive.

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