Noi Techpark: l'hub dell'innovazione che ha rivoluzionato l'Alto Adige

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Tre istituti di ricerca, 45 laboratori scientifici e di prototipazione, 30 startup, 63 aziende, più di mille persone: sono i numeri di Noi Techpark, l’hub dell’innovazione dell’Alto Adige in cui vari soggetti collaborano a nuovi progetti di ricerca e sviluppo. Numeri importanti per una realtà che ci ha messo una decina di anni a nascere e qualcuno in più a “convincere” le aziende del territorio delle sue potenzialità. “Noi Techpark nasce nel 2017 dopo parecchi anni in cui la provincia non sapeva come utilizzare questo luogo che ricordava i conflitti del passato (due ex-stabilimenti per la produzione di alluminio, di chiara impronta razionalista costruiti dal regime fascista, ndr) – racconta Giuseppe Salghetti, Head of Communication & Public Engagement -. Probabilmente uno degli ultimi parchi tecnologici d’Italia. Le creitiche delle aziende sul progetto si sprecavano: chiedevano di destinare a loro i fondi di innovazione piuttosto di creare una “scatola vuota”. Alla fine, quando Arno Kompatscher diventa governatore del Sud Tirolo, decide di costruirlo un po’ per volta in base alle esigenze concrete delle aziende e del territorio”.

È stata questa la fortuna del sito: ancorarsi al territorio comprendendone e anticipandone i bisogni. “Tutta la critica iniziale si è capovolta e gli stakeholder oggi ne sono entusiasti, tutti vogliono avere un ruolo al suo interno – specifica Salghetti -. Soggetti di lunga data come Area Science Park di Trieste vengono a vedere cosa facciamo e ci considerano un esempio. Noi Techpark si è messo a disposizione di territorio e aziende: senza innovazione non si può progredire e il fatto di riunire tutto in un unico luogo è un valore, un vantaggio”.

noi techpark

La crescita di Noi Techpark

Oggi Noi Techpark non vive più di fondi pubblici, ma di fondi privati e ospita molte aziende e startup che continuano a crescere. Il parco mette in rete quasi 90 aziende e startup innovative, istituti di ricerca (Eurac Research, Centro di Sperimentazione Laimburg, Fraunhofer Italia) e tre facoltà della Libera Università di Bolzano. L’intero progetto si concentra su quattro settori in cui l’Alto Adige si è particolarmente specializzato: Green, Food & Health, Digital, Automotive & Automation. A loro volta i quattro settori sono suddivisi in tre ambiti molto verticali per ciascuno: “Sappiamo di essere piccoli, per cui dobbiamo specializzarci molto in settori e attività che meglio rispondono alla richiesta del territorio. La contaminazione è la nostra forza”.

Il futuro

Noi Techpark si definisce un parco scientifico europeo di nuova generazione che risponde ad alcune fondamentali regole e valori: rispondere a esigenze e valori europei, rispondere a valori di sostenibilità con un approccio nature of innovation, “Infine – continua il responsabile – vogliamo essere un parco aperto dove si fa open innovation, dove l’imbuto di innovazione è pieno di fori, dove si fa contaminazione e public engagement. Senza dimenticare di aprirsi anche alla popolazione, fare divulgazione, ascoltare le sue esigenze”.

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Noi Techpark è un quartiere dinamico e in continua crescita, sia in termini di persone e idee sia per quanto riguarda nuovi edifici e infrastrutture: Si prevede di superare le 2000 persone entro la fine del 2024. È appena stato completato un nuovo modulo di costruzione che ospita l’Istituto di Biomedicina di Eurac Research. Nel 2024 sarà invece completata la Facoltà di Ingegneria della Libera Università di Bolzano.

Accanto alla nuova facoltà, sono in costruzione due nuovi edifici, dove troveranno spazio soprattutto le aziende private. Ognuno di questi moduli sarà dedicato a un settore specifico: alle tecnologie alimentari (Food) e alle tecnologie verdi (Green). I prossimi moduli di espansione, vista la crescente domanda, sono già in fase di pianificazione.

Il nuovo polo di Brunico

Parallelamente a questi sviluppi nella città di Bolzano, a Brunico è stato costruito un nuovo centro di competenza per il settore strategico Automotive, che verrà inaugurato il prossimo maggio. Il polo di Brunico riunirà, in un’area di circa 6.000 m², il know-how dell’industria automobilistica altoatesina: “Un’auto su tre nel mondo monta componenti prodotti in Alto Adige – conclude Salghetti -. Ci specializzeremo sulla mobilità del futuro puntando sulla scommessa idrogeno: avremo una grande pila dimostrativa per mostrare come funziona l’energia a idrogeno. Un ambito strategico per un territorio ricchissimo di centrali idroelettriche, che potranno utilizzare l’energia in eccesso per produrre idrogeno”.

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