Il lockdown non ha fermato i musei: cresciuti social e follower

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Il lockdown imposto dall’emergenza coronavirus ha colpito anche i musei e i luoghi della cultura. Eppure sono tante le storie di resilienza che hanno dimostrato quanto, nonostante le chiusure, si potesse fruire di un patrimonio artistico e storico anche da remoto. Secondo l’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali del Politecnico di Milano le attività dei profili e account social dei musei sono raddoppiate durante il lockdown: a marzo Instagram è stato il social network che ha registrato la maggior crescita di follower (+7,2%), seguito da Facebook (+5,1%) e Twitter (+2,8%); in aprile l’aumento è stato rispettivamente dell’8,4%, 3,6% e 2,4%.

 

«Se con i musei aperti il digitale ha rappresentato un complemento all’esperienza di visita, con la chiusura delle istituzioni culturali il digitale si è rivelato lo strumento necessario per poter offrire contenuti culturali – ha spiegato Michela Arnaboldi, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio – Questo ha portato inevitabilmente ad un uso diverso del canale online, social media in primis ma anche siti web, che sono divenuti da strumenti di comunicazione e di preparazione alla visita, quali erano fino ad ora, strumenti di vera e propria erogazione di contenuto». Nel pieno dell’emergenza pandemia, sono stati tanti i musei che hanno messo in piedi visite guidate tramite le story di Instagram, o aprendo i propri archivi online per una fruizione gratuita.

 

Se passi avanti sono stati fatti sul digitale, il settore dei musei sconta, tuttavia, ancora ritardi sui temi dell’innovazione. L’indagine condotta dall’Osservatorio del Politecnico di Milano su 430 realtà culturali del paese ha rilevato che la maggior parte (51%) non è ancora dotata di una rete wi-fi da offrire ai propri visitatori. Sul lato social, la percentuale dei musei con almeno un account registrato su una piattaforma è del 76%: Facebook è ancora il più forte (76%), ma Instagram è salito tra 2018 e 2019 dal 26 al 45%. «Il livello di interesse per le attività online è aumentato, come si evince dall’incremento degli utenti che seguono le pagine social dei musei», ha aggiunto Deborah Agostino, direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali. Per il futuro occorre che sempre più musei mettano a punto un piano strategico dell’innovazione digitale (redatto, per ora, soltanto dal 24%). Quali sono i punti da cui ripartire per investire sul digitale? Uno spunto viene dalla medesima ricerca: soltanto il 23% dei musei dà la possibilità di acquistare i biglietti online.

Ti potrebbe interessare