La prima volta del Made in Italy al Consumer Electronics Show

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Sono 44, arrivano da Cagliari, Potenza, Pordenone e ovviamente Milano e Roma. Si occupano, di automotive, gaming, medical, sport. Tutti settori che, in un modo o nell’altro, stanno innovando. Per la prima volta al Consumer Electronics Show di Las Vegas, l’evento mondiale dedicato all’elettronica di consumo, quest’anno si è affacciata anche l’Italia. Attraverso una missione creata ad hoc, il nostro sistema dell’innovazione ha così colmato una lacuna mettendo nella vetrina più prestigiosa del mondo alcune tra le sue realtà più interessanti e rappresentative.

Il comitato promotore è composto dalla “fabbrica di imprese” e-Novia (che registra la presenza più numerosa con sei società), Teorema-TILT, AREA Science Park/Innovation Factory, Unicredit-StartLab, Italia Startup (l’Associazione che raggruppa importanti incubatori italiani, acceleratori e start-up) e Industrio, con la collaborazione di APSTI – Associazione dei Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani. La missione ha il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) e vede la collaborazione dell’Istituto del Commercio Estero (ICE). Un tetto istituzionale sotto a cui, a Las Vegas, ha potuto farsi notare, e apprezzare, dai 180mila accreditati (!) il Made in Italy che guarda al futuro.

All’Eureka Park, l’area tradizionalmente dedicata alle start-up, quest’anno dunque non solo i classici booth israeliani, francesi, inglesi e statunitensi ma anche il tricolore di casa nostra. Declinato nei settori più diversi. E attraverso le invenzioni più interessanti. Passeggiando tra gli stand italiani ci si è potuti imbattere in Yape, il robot pony express a guida autonoma targato e-Novia, nella rivoluzione del car sharing (Y.Share) o in quella di sospensioni e freni per biciclette (HiRide e Blubrake) sempre della “fabbrica di imprese” milanese.

O ancora in Lindale, sistema di condivisione musicale per professionisti del settore che da Pordenone è arrivato in Brasile, nell’applicazione sarda Super Powers che fa passare la paura dei bambini per medici e ospedali (già venduto a 600 studi dentistici), nelle realtà virtuali tipiche del gaming di Proxy42 e Orwell, nell’anello hi-tech Verso con cui monitorare le proprie prestazioni sportive (stile Wii), in Woolf, il bracciale social per motociclisti sensibili agli autovelox, in Avanix con cui prendersi cura dei malati di alzheimer e in Beltmap, “The Electronic Guide Dog”.

Un caleidoscopico biglietto da visita che ha affascinato il pubblico arrivato a Las Vegas da ogni angolo del mondo e con cui da quest’anno l’Italia si è inserita tra i Paesi che contano nel campo dell’innovazione tecnologica.

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