Startup innovative, superata quota 10mila. Ma ancora troppo poche quelle «in rosa»

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Sono piccole e – come normale, visto la loro natura – vanno più facilmente incontro a perdite rispetto alle altre aziende. Ma soprattutto, sono tante: più di 10mila. Stiamo parlando delle startup innovative censite dal rapporto di metà anno. Al 30 giugno 2019 se ne contano 10.426, il 2,8% di tutte le società di capitali di recente costituzione. Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, la Lombardia ospita poco più di un quarto di tutte le startup italiane (25,5%). La sola provincia di Milano, con 1.860, rappresenta il 17,8% della popolazione, più di qualsiasi altra regione: solo il Lazio supera quota mille, in gran parte localizzate a Roma (1.012, 10% nazionale). Tuttavia, la regione con la maggiore densità di imprese innovative è il Trentino-Alto Adige, dove il 5,5% di tutte le società costituite negli ultimi 5 anni è una startup.

Le startup innovative impiegano complessivamente 60mila persone, almeno 45mila delle quali sono soci di capitale dell’azienda. Elevata la rappresentazione di imprese fondate da under-35 (circa il 20% del totale), mentre risultano sottorappresentate le imprese femminili: 13,5%, contro un 22% registrato nel complesso delle società di capitali. A livello di fatturato, le startup innovative sono soprattutto micro-imprese, registrando un valore della produzione medio inferiore ai 150mila euro. Ciò è anche dovuto al ricambio costante cui è soggetta questa popolazione: per definizione, le imprese “best-performer”, più consolidate per età e fatturato, tendono progressivamente a perdere lo status di startup innovativa. Per quanto riguarda investimenti e redditività: come fisiologico, le startup innovative mostrano un’incidenza più elevata della media di società in perdita (55% contro 34% complessivo). Tuttavia, le società in utile mostrano valori particolarmente positivi in termini di redditività (ROI, ROE) e valore aggiunto.

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