Smart working: promosso dall'80%. Strada giusta anche per l'ambiente?

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smart workingSecondo un recente sondaggio di Izi e Comin-Partners lo smart working ha già convinto l’80% degli italiani. Quello che un tempo veniva bollato come semplice (e magari meno produttivo) lavoro da casa, oggi è ormai un’esperienza concreta per milioni di lavoratori che da fine febbraio non si sono mai fermati. L’emergenza coronavirus, va detto, sta colpendo duramente il mondo dell’occupazione, mettendo a rischio la stabilità di molte aziende. Ancora in attesa di capire quali saranno le misure di sicurezza nella Fase 2, molti si sono già detti disposti a continuare con lo smart working e addirittura 4 persone su 10 sarebbe disposte a ridursi lo stipendio.

I numeri di queste drammatiche settimane per il paese e per il mondo raccontano di all’incirca 2 milioni di persone in smart working lungo la penisola. Il sondaggio di Izi-Comin & Partners non ha rilevato soltanto gli aspetti positivi legati a questa modalità agile di lavoro, meno focalizzata sul dove e più incentrata sui risultati e gli obiettivi a breve-medio termine. Uno delle note dolenti di questa esperienza inedita sta nel rischio di non staccare mai: la pensa così il 23% del campione. Altro aspetto fondamentale, di cui già vi abbiamo parlato nell’articolo su internet e sui rischi blackout, sta nella connessione domestica non sempre adeguata alle esigenze di intere famiglie che, tra scuola e lavoro, devono condividere una rete limitata.

Guardando però a un’altra ricerca, condotta da Jojob, lo smart working ha senz’altro comportato benefici sul fronte del tempo libero che, giocoforza, è stato speso in casa. Sarebbero 10mila le ore tolte alla routine quotidiana dei trasporti e degli spostamenti, con un beneficio considerevole anche per l’ambiente: lo stesso studio, citato dall’ANSA, ha calcolato che dall’inizio della crisi sarebbero state emesse 60 milioni di tonnellate di CO2 in meno. Lo scenario attuale, con i numeri azzerati del traffico, non può certamente essere presa a modello, ma è un dato di fatto che il ricorso allo smart working potrebbe comportare benefici non soltanto per la produttività delle aziende, ma anche per la qualità della vita nelle città e l’equilibrio tra vita privata e lavoro.

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