Round da 260k per Smace, la startup che mette in rete i luoghi dello smart working

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Round di investimento per 260mila euro per Smace (acronimo di Smart Work in a Smart Place), la startup che mette in rete i luoghi dello smart working, avviata nel 2021 dall’idea di Marta Romero e Andrea Droghetti. Con questa nuova iniezione di liquidità la raccolta in un anno raggiunge quota 350mila. Il round è stato guidato da diversi business angels e fondi di investimento tra cui Alessandro Gatti (presidente FG Invest), Gabetti Short Rent s.p.a. e Digital Magics, l’acceleratore di startup che per primo ha creduto in Smace e che ha rinnovato così il sostegno al progetto.

La startup punta a coinvolgere oltre 50 aziende entro la fine dell’anno, ad aumentare il team, già triplicato negli ultimi 12 mesi, e chiudere il 2022 con 350mila euro di fatturato.

«Siamo entusiasti di aver concluso questo round con investitori che hanno portato valore aggiunto al nostro progetto – dichiarano Marta Romero e Andrea Droghetti, founder di Smace –. In questo nuovo scenario di flessibilità e innovazione è importante avere al proprio fianco un network di advisor competenti e pronti a cogliere le potenzialità del nuovo mondo del lavoro».

«Il lavoro agile rivoluziona il lavoro e libera la vita. E Smace è al centro di tutto ciò – afferma Chiara Bisconti, già assessora del Comune di Milano, consulente per le risorse umane, autrice, board member, investor in Smace –. Non solo crea servizi utili per chi vuole fare lavoro agile, ma lo vive, lo sperimenta, lo innova, spingendolo oltre i confini di come lo conosciamo oggi. Felice di far parte del loro viaggio».

Smart working as a service

Smace è il servizio Smart Working As A Service per aziende e liberi professionisti che mette a disposizione una rete di strutture smart working friendly, ad oggi più di 150, su tutto il territorio nazionale, selezionate e verificate per offrire un’esperienza lavorativa perfetta.

Sono invece già migliaia i soggiorni venduti, e molte grandi aziende e startup hanno scelto Smace per i propri eventi e retreat, in maniera semplice grazie ad una piattaforma tecnologica proprietaria ed una visione efficace ed ambiziosa: trasformare l’Italia nell’ufficio diffuso più bello del mondo, destagionalizzando il turismo e aprendolo a smart worker e nomadi digitali di ogni paese.

Con un fatturato che ha già superato i 150 mila euro nei primi mesi di vita, per Smace arriva un’ulteriore conferma di interesse da parte di un mercato ad altissimo potenziale: il tema dello smart working coinvolge oltre 5 milioni di lavoratori, secondo l’ultimo report Assolombarda.

Un abbonamento per vivere i borghi

Tra le novità c’è il lancio di Smace Pro, un abbonamento rivolto unicamente ad aziende e liberi professionisti attraverso cui usufruire di un unico network di spazi di lavoro verificati in tutta Italia. Sarà quindi possibile accedere ad una piattaforma dedicata e godere dell’offerta dei partner della startup. Perché oltre ai più di 70 luoghi in cui fare smart working e le oltre 150 strutture in cui fare delle vere e proprie workation, sarà possibile prenotare servizi aggiuntivi come babysitting, attività di formazione e fitness.

Hanno creduto nel progetto realtà territoriali come l’associazione Borghi più belli di Italia, che promuove i piccoli centri abitati, con cui la startup ha creato un catalogo di offerte e di servizi per il long-stay o per i retreat aziendali, ma anche grandi aziende, per favorire l’employer branding ed una transizione verso un remote working più sostenibile ed efficace.

«Penso che Smace interpreti già da tempo un trend che è solo iniziale – dichiara Manlio Ciralli, Chief Sales, Brand & Innovation Officer Italy, Eastern Europe, MENA, Adecco Group –. Wellbeing e nuove generazioni – in un mondo accelerato dalla pandemia – ci stanno più velocemente traghettando verso un modo di lavorare fatto di ultraluoghi e flessibilità spazio-temporale. Essere dentro a questo progetto equivale per me ad avere uno scandaglio sul futuro dei comportamenti socio-collaborativi».

Nella foto: Marta Romero e Andrea Droghetti, founder di Smace

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