Rete unica, stop al memorandum. Tavolo governativo entro dicembre

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Rete unica, il governo ingrana la retromarcia. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti, in una nota congiunta del 29 novembre hanno annunciato la convocazione di «un tavolo di lavoro che entro il 31 dicembre possa contribuire alla definizione delle migliori soluzioni di mercato percorribili per massimizzare gli interessi del Paese, delle società coinvolte e dei loro azionisti e stakeholder, tenendo altresì conto delle normative esistenti a livello nazionale ed europeo e dei necessari equilibri economici, finanziari ed occupazionali».

Nella nota si indicano come priorità «valorizzare le risorse umane di Tim e dar attuazione ad una efficiente e capillare Rete Nazionale a controllo pubblico». Butti, intervenendo al convegno “5G Italy – Verso le Tlc del futuro”, ha annunciato che la convocazione dovrebbe riguardare oltre agli operatori italiani anche i colossi internazionali del mondo Ott (over the top, le grandi piattaforme di streaming).

La prima conseguenza è lo stop al memorandum sulla rete unica della banda ultralarga, firmato lo scorso maggio, teoricamente il primo passo verso una rete unica a guida Cassa depositi e prestiti, in alleanza con Kohlberg Kravis Roberts e Macquarie Asset Management, che, attraverso la controllata Open Fiber, avrebbero acquistato da Tim l’infrastruttura di rete. Progetto che Butti non ha mai nascosto di avversare, e che ora arriva probabilmente a un punto morto.

Da Cdp Equity un passo indietro

Ne prendono atto CDP Equity, Macquarie Asset Management e Open Fiber in una nota diffusa il 30 novembre: «Alla luce di quanto comunicato dal governo in data 29 novembre – in relazione alla creazione di un tavolo di lavoro  per la definizione delle migliori soluzioni di mercato in prospettiva della Rete Nazionale – tenuto conto della rilevanza di sistema dell’operazione, anche rispetto ai processi autorizzativi sottesi, ritengono opportuno soprassedere alle scadenze previste dal Memorandum of Understanding relativo al progetto di integrazione tra le reti di Tim e Open Fiber sottoscritto in data 29 maggio 2022 anche con Tim e KKR, e manifestano sin d’ora piena disponibilità a partecipare al suddetto tavolo di lavoro».

Proprio il 30 novembre infatti sarebbero scaduti i termini della proroga per la sigla degli accordi vincolanti conseguenti al memorandum di maggio.

La posizione di Slc Cgil, contraria allo smembramento di Tim

In attesa della convocazione del tavolo governativo nel gennaio 2023, sul tema della rete unica interviene Fabrizio Solari, segretario generale del sindacato Slc Cgil: «Un grande Paese come il nostro non può ridursi a essere solo un utilizzatore finale delle nuove tecnologie» afferma Solari, che poi spiega l’orientamento di Slc Cgil contrario allo smembramento di Tim.

«La nostra scelta di difendere l’unicità aziendale del Gruppo Tim discende, oltre che dall’ovvia tutela dell’occupazione oggi esistente e di quella che potenzialmente si potrà creare domani, dalla convinzione che da qui si possa partire per costruire un nuovo progetto industriale utile al Paese – afferma il sindacalista –. Naturalmente occorre pensare ad una Tim che evolve, che risolve una volta per tutte il nodo della stabilità della governance attraverso un impegno diretto, anche se non esclusivo, di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e che, oltre che assicurare l’integrità, la sicurezza e lo sviluppo della rete, sappia consolidarsi in un moderno soggetto industriale, capace di affermarsi in un mondo digitale in piena evoluzione quantitativa e qualitativa. Se ci sarà un domani, dipenderà dalle scelte che compiremo oggi. Per questo giudichiamo decisivo il confronto che si svilupperà nelle prossime settimane».

Solari conclude augurandosi che il tavolo di lavoro annunciato dal governo «non sia un diversivo, bensì il luogo fisico nel quale, con trasparenza, reciproco ascolto e leale confronto, si possa determinare la migliore delle scelte possibili».

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