La Nuvola svelata: per Lavazza nuovo headquarter green e aperto alla città
Una sede ad impatto zero, che riqualifica un’area semicentrale di Torino e che si pone come luogo aperto alla città: inaugurata ieri la Nuvola di Lavazza, nuovo headquarter dell’azienda del caffè firmato dall’architetto Cino Zucchi su un’area di 30 mila metri quadrati dell’ex centrale elettrica Aurora dismessa. Non solo uffici per oltre 600 dipendenti dunque: anche un ristorante gourmet e un museo interattivo, con un grande spazio eventi – la “cattedrale” dell’ex centrale, 4.500 metri quadri per incontri e attività culturali – e un’area archeologica, con un bistrot innovativo e la sede dell’Istituto d’Arte Applicata e Design (IAAD).
Il concetto di “green” si traduce nella certificazione LEED di livello Platinum. Ma l’innovazione sta anche nel modo in cui gli spazi di lavoro sono stati co-progettati con i gruppi di lavoro, all’insegna dello smart working: oltre il 90% di open space, aree quick meeting e sale riunioni tecnologiche.
Dopo l’inaugurazione ufficiale del 12 aprile, molti spazi aperti al pubblico saranno inaugurati l’8 giugno 2018. A partire dai luoghi per la ristorazione: Condividere è il ristorante gourmet nato dal concept di Ferran Adrià, con la scenografia di Dante Ferretti e la cucina dello chef Federico Zanasi. Bistrot è lo spazio mensa, ma anche aperto al pubblico, all’insegna della filosofia slow food.
Lo stesso giorno sarà inaugurato il museo aziendale Lavazza, progettato dallo studio internazionale di Ralph Appelbaum, permette di intraprendere un viaggio sensoriale-emotivo nella cultura globale del caffè, intrecciando il racconto con la storia della Famiglia Lavazza e, attraverso di essa, con la storia industriale italiana del XX secolo. L’impianto multimediale è arricchito dai testi evocativi scritti dalla Scuola Holden (la cui sede è vicina alla Nuovla) con la supervisione di Alessandro Baricco. Attiguo, l’Archivio storico Lavazza con i materiali che raccontano oltre 120 anni di attività.
Infine nel sottosuolo sorge l’area archeologica di 1.600 metri quadri che racchiude i resti di una basilica paleocristiana del IV-V secolo d.C. rinvenuti durante il cantiere.