Holiday working: boom di richieste per case vacanza adatte al lavoro

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Con una primavera all’insegna dello smart working, non poteva mancare un’estate piena di holiday working: è boom di richieste di soggiorni che consentano di lavorare in serenità, mentre il resto della famiglia si gode la vacanza.

A confermarlo sono i dati di italianway.house, la prima travel agency online tutta italiana. Sulle 70mila notti vendute da inizio anno, il 20% vede esempi di holiday working, e il budget medio messo in campo è tra i 120 e i 150 euro a notte, tariffa che scende man mano che il soggiorno si allunga.

I criteri di selezione della casa più adatta tengono conto certamente dei costi ma il fattore determinante, più della scelta della destinazione, è la tipologia della casa disponibile.

Identikit delle case adatte all’holiday working

Le case adatte a questa tipologia di clientela sono grandi, spaziose, con aree esterne private – importanti i giardini recintati o terrazze per far giocare i figli in sicurezza magari mentre i genitori lavorano -, almeno tre ambienti separati (niente divani letto), barbecue e piscina ad uso esclusivo.

Requisito fondamentale è ovviamente il wi-fi illimitato e perfettamente funzionante, poi sicurezza, privacy, spazi ampi e confortevoli, indipendenza e qualità dei servizi. Quindi un alloggio con ambienti divisi, comodi e luminosi con richieste esplicite di postazioni per lavorare come tavoli in salotto, verande attrezzate e tavoli da giardino.

«Famiglie e gruppi di amici – spiega Marco Celani, ceo di Italianway – hanno cambiato modo di viaggiare, destinazioni e tipologia delle case ricercate per far fronte alle esigenze lavorative ed ormai le prenotazioni sotto data sono la norma. Stesso trend per le comitive più giovani che ricercano prevalentemente case con ampi spazi esterni con barbecue, richiestissimo, e piscina. L’incertezza sui trasporti che disincentiva viaggi lunghi ha come rovescio della medaglia la riscoperta di zone che tradizionalmente non erano mete turistiche ma lo stanno diventando».

Giacomo Porra

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