Osterie «digital» e «Village» dell'innovazione: la lenta marcia del food verso il futuro
Un’emancipazione lenta. È quella del settore Food&Beverage in Italia, che a piccoli passi si sta inesorabilmente approcciando al digitale. «Sono una minuscola parte delle vendite del cibo e del vino passano dalla rete, l’e-commerce vale l’0,8%, mentre nel Regno Unito, dove è molto più diffuso, è il 7%» spiega Andrea Casalini, ex imprenditore digitale, oggi alla guida di Eataly net, l’e-commerce di Eataly.
È lui a rompere il ghiaccio nel tavolo tematico Agrifood di Innovation Nation Forum, moderato da Luciano Ferraro del Corriere della Sera, con co-protagonisti Giacomo Fanin (Cereal Docks), Claudio Giuliano (Innogest), Marco Magnocavallo (Tannico), Nicola Possagnolo (food advisor, Zanze XVI, Evo) e Gabriella Scapicchio (Le Village by Crédit Agricole Milan).
Eataly è molto avanti. Il suo e-commerce di dry grocery, spedisce già in tutta Europa e negli Usa. «Con il filone dei freschi a Milano, Roma e Torino siamo vicini al 3% del valore negozi: è difficile ma tutto evolve. Gestiamo il servizio con corrieri di prossimità, per seguire al meglio la catena del freddo», racconta l’ad.
Esperienza opposta è quella di Nicola Possagnolo, fondatore della startup digitale Noonic e di Zanze XVI, ristorante molecolare nel cuore di Venezia: «Per aprire il ristorante ho messo per la prima volta il piede in un sistema fisico, sono passato dal digitale all’attività tradizionale. Non a caso il lavoro dell’osteria è tracciato su piattaforme digitali, dalle materie prime passando per i contatti e le preferenze dei clienti affezionati. Tripadvisor ci ha aiutato con le prime recensioni, soprattutto quelle negative. Abbiamo una newsletter in cui comunichiamo il tutto e un sistema di prenotazione online».
A cercare di accelerare la digitalizzazione del settore sono iniziative come quella di Credit Agricole. La prima banca dell’agricoltura d’Europa in patria ha sviluppato dal 2014 un network di 25 Le Village Credit Agricole, veri e propri villaggi dell’innovazione dove risiedono startup e aziende. Il più grande è a Parigi.
Da poco è cominciato lo sviluppo internazionale, che prevede anche l’Italia: «A Milano ci sarà il flagship village che inaugurerà il 5 dicembre, a Parma ne apriremo uno specializzato sull’agrifood» spiega Gabriella Scapicchio, direttore Le Village by Crédit Agricole Milan. «L’obiettivo è creare ricchezza nelle diverse aree del Paese, con la convinzione che i campioni dell’industria di domani nasceranno dalla sinergia delle startup con gli innovatori local, senza discriminazioni territoriali» aggiunge.
Del resto, il foodtech è uno dei settori più interessanti: «Capire coi dati i trend di crescita e cosa vogliono le persone sarà fondamentale per restare competitivi», conclude Possagnolo. Senza dimenticare la tradizione. Del resto, come dice Oscar Farinetti, «per andare avanti bisogna rielaborare il passato».
Giulia Cimpanelli