Fusione nucleare: l'Enea sceglie Frascati per il polo Dtt da 500 milioni
Il polo italiano per la ricerca sulla fusione nucleare Dtt (Divertor Tokamak Test) sarà costruito a Frascati. È questo il verdetto della commissione di valutazione dell’Enea, l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie e l’energia che aveva pubblicato un bando per trovare il sito più adatto ad insediare il centro di ricerca finanziato con 500 milioni di euro di budget. Una scelta che in Veneto ha dato il la a reazioni deluse dalla bocciatura di Porto Marghera, finito solo terzultimo.
I punteggi dei 9 siti candidati
La commissione, presieduta da Alessandro Ortis, ha scelto il sito laziale. Ecco la graduatoria definitiva pubblicata sul sito dell’Enea: al primo posto Frascati (Lazio) con 213,49 punti, al secondo la Cittadella della Ricerca (Puglia) con 209,50 punti, al terzo posto Manoppello (Abruzzo) con 208,06 punti, al quarto Brasimone (Emilia Romagna) con 197,82 punti, quinta posizione per Casale Monferrato (Piemonte) con 185 punti.
In sesta posizione il sito di Capitolo San Matteo – Salerno (Campania) con 182,4 punti, settima posizione per Porto Marghera(Veneto) con 181,51 punti, ottava Ferrania (Liguria) con 180,46 punti, nona e ultima La Spezia (Liguria) con 170,7 punti.
Dtt, lavori al via entro novembre 2018
L’avvio dei lavori della DTT è atteso entro il 30 novembre 2018, con la previsione di concluderli in sette anni. Saranno coinvolte oltre 1500 persone di cui 500 direttamente e altre mille nell’indotto con un ritorno stimato di 2 miliardi di euro, a fronte di un investimento di circa 500 milioni di euro.
I finanziamenti sono sia pubblici che privati e vedono la partecipazione, fra gli altri, di Eurofusion, il consorzio europeo che gestisce le attività di ricerca sulla fusione (60 milioni di euro) per conto della Commissione europea, il MIUR (con 40 milioni), il MISE (40 milioni impegnati a partire dal 2019), la Repubblica Popolare Cinese con 30 milioni, la Regione Lazio (25 milioni), l’ENEA e i partner con 50 milioni cui si aggiunge un prestito BEI da 250 milioni di euro.
Obiettivo: energia pulita dalla fusione nucleare
La fusione, processo opposto alla fissione nucleare, si propone di riprodurre il meccanismo fisico che alimenta le stelle per ottenere energia rinnovabile, sicura, economicamente competitiva, in grado di sostituire i combustibili fossili e contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione.
La Dtt nasce per fornire risposte scientifiche e tecnologiche ad alcune problematiche particolarmente complesse del processo di fusione (come la gestione di temperature elevatissime) e si pone quale “anello” di collegamento tra i grandi progetti internazionali ITER e DEMO, il reattore che dopo il 2050 dovrà produrre energia elettrica da fusione nucleare.
Ideata dall’Enea in collaborazione con CNR, INFN, Consorzio RFX, CREATE e alcune tra le più prestigiose università italiane, la Dtt sarà un cilindro ipertecnologico alto 10 metri con raggio 5, all’interno del quale saranno confinati 33 metri cubi di plasma con un’intensità di corrente di 6 milioni di Ampere (pari alla corrente di sei milioni di lampade) e un carico termico sui materiali fino a 50 milioni di watt per metro quadrato (oltre due volte la potenza di un razzo al decollo).
Il plasma lavorerà a oltre 100 milioni di gradi mentre gli oltre 40 km di cavi superconduttori di niobio, stagno, titanio distanti solo poche decine di centimetri, saranno a 269 gradi centigradi sotto zero. Bersaglio di tutta la sorgente di potenza, il divertore, elemento chiave del tokamak e il più sollecitato dalle altissime potenze, composto di tungsteno o metalli liquidi, rimuovibili grazie a sistemi altamente innovativi di remote handling.