Cherry, la startup italiana che innova nel mercato degli NPL

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I fondatori di Cherry – tutti ingegneri under 30 – hanno innovato il mercato dei crediti deteriorati, i cosiddetti NPL, proponendo agli istituti bancari e ai player del settore una soluzione di intelligenza artificiale che, prima di tutto, consente di risparmiare tempo. Grazie a Cherry Bit, sviluppata internamente dall’azienda, la startup supporta banche e player finanziari nella valutazione e nella gestione dei crediti deteriorati grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale e di soluzioni data-based. «Siamo un gruppo di “geek”, “malati” di tecnologia che sono entrati nel mondo del credito semplicemente facendo quello che sapevamo fare: valorizzare la cultura del dato – ha spiega Luca Bonacina, Head of Technology e Co-founder di Cherry srl – e così abbiamo creato e perfezionato nel tempo una piattaforma che aggrega informazioni sia pubbliche che profilate provenienti da una moltitudine di banche dati istituzionali: oggi siamo in grado di processare, in pochi secondi, fino a 80 milioni di dati».

A poco più di un anno dalla fondazione, Cherry è riuscita a ritagliarsi un ruolo sul mercato, mettendo a disposizione di importanti operatori le proprie soluzioni tecnologiche. Grazie soprattutto a Cherry Bit vengono messi in connessione fonti pubbliche diverse, analizzando in pochi secondi le informazioni relative alle posizioni che compongono un portafoglio. In altre parole la piattaforma esegue in maniera del tutto automatizzata un’operazione bancaria che, se effettuata manualmente, potrebbe richiedere diversi giorni di lavoro. Cherry è stata segnalata da PwC come una delle fintech più innovative del 2020 nel segmento NPL trading.

In quanto appassionati di tecnologia, i membri del team di Cherry hanno deciso di inaugurare anche un blog sul sito ufficiale della startup, in cui poter condividere novità legate a un ambito del fintech decisamente complesso e che punta a diventare «punto di riferimento per i player di questo mondo». Mondo che può essere innovato grazie a soluzioni di AI. In base ai numeri più recenti sul mercato degli algoritmi e, in generale, dell’intelligenza artificiale in Italia è emerso che il settore vale ad oggi 300 milioni di euro, come ha calcolato l’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano.

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