App economy, a Bologna la prima carta dei diritti dei rider (ma senza i big)

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C’è la prima “carta dei diritti” per una delle figure più diffuse della nuova “app-economy”, ovvero i rider che trasportano a domicilio, in sella a una bicicletta, i pasti dei ristoranti che aderiscono alle piattaforme web. Bologna, insieme a Torino e Milano, è una delle città dove nei mesi passati sono emersi con particolare virulenza gli effetti collaterali di questa forma di “cottimo” dell’era digitale: incidenti dei rider privi di assicurazione, proteste per i tagli alle tariffe già all’osso, scioperi contro i meccanismi con cui anonimi algoritmi organizzano le giornate di questi che formalmente sono lavoratori autonomi ma che per molti aspetti di fatto svolgono un lavoro simile a quello di veri e propri dipendenti, soltanto senza le tutele.

Passo avanti a metà

Proprio nella città emiliana il sindaco Virginio Merola ha preso l’iniziativa e ha convocato gli attori in campo in una trattativa sfociata nella firma il 31 maggio 2018, della “Carta dei diritti fondamentali dei lavoratori digitali nel contesto urbano” (qui in pdf) la prima di questo genere almeno in Italia. Un documento vede in calce la sigla del sindaco Merola e dall’assessore al lavoro Marco Lombardo, di Riders Union Bologna, dei segretari dei sindacati Cgil, Cisl e Uil e dei vertici di Sgnam e Mymenu, marchi della nuova società Meal srl, che dà lavoro a circa 300 lavoratori in tutta Italia, 200 dei quali a Bologna.

«La Carta nasce dalle sollecitazioni che Riders Union ha rivolto all’Amministrazione Comunale nel dicembre 2017 e dalla convinzione di aprire un tavolo cittadino che il Sindaco Virginio Merola ha espresso ai lavoratori nel primo incontro avuto lo scorso 12 gennaio» si legge nella nota del Comune di Bologna.

Un passo avanti che però nasce già azzoppato. Infatti gli altri colossi del settore delle consegne a domicilio hanno disertato la firma. Deliveroo e Foodora, Glovo e JustEat non hanno sostenuto la “carta dei diritti”.

Cosa prevede la carta dei diritti dei rider

Che cosa prevede la Carta? Fra le altre cose: diritto all’informazione preventiva e completa sul contratto che i nuovi rider vanno a firmare, trasparenza sui meccanismi di rating reputazionale con cui i clienti “danno il voto” a chi porta il pasto a casa (e possibilità di contestarlo con una procedura imparziale), diritto a un compenso equo e dignitoso, il diritto a non eseguire la prestazione in caso di condizioni meteorologiche straordinarie, non discriminazione in caso di prolungata assenza dalla piattaforma, assicurazione che protegga dal rischio infortuni e malattie sul lavoro, libertà di organizzazione sindacale «pieno diritto alla connessione gratuita e disconnessione dei propri lavoratori e collaboratori».

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