Brasimone: un polo dei radiofarmaci per la cura dei tumori nel centro Enea
Sorgerà nel centro Enea di Brasimone, sulle sponde dell’omonimo lago sull’Appennno tosco-emiliano, un polo scientifico internazionale sulle tecnologie per la fusione e per la produzione di radiofarmaci destinati alla diagnosi e alla terapia dei tumori. Riconvertendo così un centro specializzato nella ricerca in campo nucleare, nel sito dove negli anni Settanta Italia e Francia avevano iniziato a costruire un reattore nucleare, cantiere poi interrotto dopo il disastro di Chernobyl e l’uscita dell’Italia dall’energia nucleare.
Ora quel sito ospita un centro di ricerche Enea, che potrebbe cambiare volto seguendo la nuova opportunità dei radiofarmaci. Il Canada, infatti, che ne è il maggior produttore mondiale, ha annunciato di voler chiudere per motivi di obsolescenza i reattori impegnati nella produzione per la medicina nucleare. E l’Italia vuole prendersi una fetta di quel mercato, sfruttando le apparecchiature sperimentali presenti a Brasimone ma anche nel centro Enea di Casaccia, a Roma.
Il progetto è al centro di un protocollo d’intesa firmato il 15 gennaio 2019 tra Regione Emilia-Romagna, Regione Toscana ed Enea nel sito del Brasimone, a 60 chilometri da Firenze e Bologna. Lì in una prima fase verranno realizzate le infrastrutture dove sperimentare la possibilità di produrre radionuclidi mediante neutroni da fusione: i primi studi e le prime sperimentazioni sono già in via di realizzazione anche grazie ai finanziamenti in ambito EUROfusion.
In seconda battuta si partirà con il primo prototipo di macchina (Sorgentina Rf) con l’obiettivo di arrivare a coprire fino ad un terzo del fabbisogno mondiale di radionuclidi come il Tecnezio 99, con il quale vengono effettuate ogni anno circa 30 milioni di Spect (Single Photon Emission Computed Tomography, Tomografia ad emissione di fotone singolo), per un valore stimato di otto miliardi di dollari. Oltre alle tecnologie per i radiofarmaci, verranno sviluppati specifici progetti collegati al reattore a fusione Demo e al Dtt – Divertor Tokamak Test, il grande polo scientifico tecnologico che dovrà dare risposte a diverse problematiche del processo di fusione per la futura produzione di energia pulita e sostenibile.
Il protocollo prevede inoltre una rafforzata collaborazione fra Enea, Toscana ed Emilia-Romagna per l’accesso a fondi pubblici nazionali, europei e internazionali, oltre che da fonti private e per promuovere accordi e collaborazioni scientifiche con università, centri di ricerca e imprese ad alta tecnologia. Il piano di potenziamento congiunto, una volta attuato, prevede investimenti che potrebbero arrivare fino a 100 milioni di euro e la creazione di nuovi posti di lavoro.
«Quest’intesa ha una valenza strategica – sottolinea il presidente dell’Enea Federico Testa – perché consente di avviare la realizzazione di un centro di eccellenza in settori molti innovativi, facendo leva sulle competenze, la professionalità e le conoscenze acquisite in decenni di ricerca all’interno dell’Enea. È un risultato di rilievo per poter cogliere le opportunità e le prospettive di sviluppo molto interessanti che si aprono a livello internazionale nel settore dei radiofarmaci rispetto alle quali vorremmo coinvolgere anche operatori privati».
«Questo accordo è frutto di un tavolo di lavoro istituzionale – dichiara il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini – fortemente voluto dalle Regioni Emilia-Romagna e Toscana. Puntavamo a raggiungere tutti gli obiettivi possibili per valorizzare e rilanciare il Centro del Brasimone, soprattutto per incrementare sviluppo e occupazione. Dunque, una firma, quella di oggi, che, grazie anche alla disponibilità di ENEA, rappresenta un passaggio fondamentale nella direzione della valorizzazione del territorio, partendo dalla centralità dell’infrastruttura per assicurare nuove opportunità di crescita e prospettive certe a quest’area della nostra montagna».
«Innanzitutto – afferma l’assessore alle attività produttive della Regione Toscana Stefano Ciuoffo – c’è da dare atto ad Enea per la fattiva disponibilità con la quale ha ascoltato le richieste delle nostre due regioni arrivando a trovare soluzioni all’altezza per rilanciare un Centro come quello di Brasimone che ha potenzialità ancora inespresse. Gli investimenti prospettati e la capacità di creare sinergie con università e organismi di ricerca delle due regioni renderà ancora più centrale il lavoro qui svolto diventando centro di attrazione di competenze e ‘cervelli’ con ricadute positive per tutto il territorio».