Il crowdfunding apre le frontiere: verso un "passaporto" europeo unico

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Il crowdfunding, o finanza partecipata per le imprese, sta per superare le frontiere nazionali. Un progetto legislativo presentato ieri dalla Commissione Europea prevede l’istituzione di una sorta di passaporto europeo che permetterà alle piattaforme elettroniche di finanza partecipativa di raccogliere denaro in tutti i Paesi dell’Unione Europea per finanziare progetti imprenditoriali, vendendo a seconda dei casi obbligazioni oppure azioni.

Il piano d’azione Ue sul fintech

Valdis Dombrovskis Commissione Ue

Valdis Dombrovskis

Il crowdfunding è una delle innovazioni del settore fintech che stanno cambiando il modo in cui si fa finanza. La misura di agevolazione rientra all’interno di un piano per regolamentare il settore fintech. Così lo introduce Valdis Dombrovskis, vicepresidente responsabile per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’unione dei mercati dei capitali: «Per competere a livello mondiale, le imprese europee innovative devono avere accesso ai capitali, disporre di spazi per innovare e beneficiare di un ampliamento di scala per crescere. È questa la premessa per il nostro piano d’azione fintech. Una licenza dell’Ue per il crowdfunding aiuterebbe le piattaforme di crowdfunding a espandersi in Europa e a mettere in contatto investitori e imprese di tutta l’Ue, offrendo a imprese e imprenditori maggiori opportunità per proporre le loro idee a un pubblico più vasto di potenziali investitori».

Per il vicepresidente responsabile per l’occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività Jyrki Katainen «le nuove tecnologie stanno trasformando il settore finanziario, rivoluzionando il modo in cui le persone accedono ai servizi finanziari. Le fonti di finanziamento alternative, come il crowdfunding o il prestito peer-to-peer, collegano direttamente i risparmi agli investimenti e facilitano l’accesso al mercato da parte di imprenditori innovativi, startup e piccole imprese».

E la commissaria responsabile per l’economia e la società digitali Mariya Gabriel aggiunge: «Tecnologie come la blockchain possono essere un fattore rivoluzionario per i servizi finanziari, ma anche per altri servizi. È necessario creare un contesto favorevole all’innovazione e al tempo stesso gestire i rischi e tutelare i consumatori».

Il piano Ue sul fintech in 5 punti

Il piano della Commissione prevede in tutto 23 azioni, ma sono cinque i punti chiave principali:

  1. Laboratorio. La Commissione ospiterà un laboratorio UE sulle tecnologie finanziarie, grazie al quale le autorità europee e nazionali potranno collaborare con i fornitori di tecnologia, in modo neutrale e in uno spazio non commerciale.
  2. Blockchain. La Commissione ha già creato un Osservatorio e forum dell’UE sulla blockchain, che riferirà in merito alle sfide e alle opportunità delle criptovalute nel corso del 2018 e sta lavorando a una strategia globale sulla tecnologia di registro distribuito e sulla blockchain per tutti i settori dell’economia.
  3. Banche dati in comune per le quotate. La Commissione avvierà consultazioni sul modo migliore per promuovere la digitalizzazione delle informazioni pubblicate dalle società quotate in Europa, anche attraverso il ricorso a tecnologie innovative per realizzare l’interconnessione delle banche dati nazionali. L’obiettivo è permettere agli investitori di accedere più facilmente a informazioni fondamentali per prendere decisioni consapevoli sui propri investimenti.
  4. Formazione alla cybersecurity. La Commissione intende organizzare seminari per migliorare lo scambio di informazioni sulla cibersicurezza.
  5. Apertura alla sperimentazione “controllata”. La Commissione presenterà un programma con migliori prassi sugli spazi di sperimentazione normativa, sulla base degli orientamenti forniti dalle autorità europee di vigilanza. Uno spazio di sperimentazione normativa è un quadro elaborato dalle autorità di regolamentazione che consente alle startup nel settore delle tecnologie finanziarie e ad altri innovatori di effettuare sperimentazioni dal vivo in un ambiente controllato, sotto la vigilanza di un’autorità di regolamentazione. Gli spazi di sperimentazione normativa stanno acquistando popolarità, soprattutto nei mercati finanziari più sviluppati.

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