Pcup, il bicchiere ecologico e smart è a caccia di investitori

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L’alternativa ai bicchieri di plastica usa e getta, appena bocciati dall’Unione Europea che li ha messi al bando dal 2021? Potrebbe essere un bicchiere in silicone con un chip incorporato, Pcup, ideato da due giovani liguri con la passione per le invenzioni e le feste in spiaggia.

Lorenzo Pisoni e Stefano Fraioli hanno fondato la startup nel 2018, a 27 anni. In poco più di un anno la loro idea è cresciuta diventando un’azienda in grado di vendere oltre 10 mila bicchieri, anche grazie al supporto dell’acceleratore Aquarium Ventures. Ora Pcup si prepara per fare il grande salto, con una campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma CrowdFundMe. L’obiettivo del round di investimento, al via il 29 marzo, è raccogliere almeno 150 mila euro in 60 giorni. Si può partecipare contribuendo a questo link.

La soluzione innovativa è stata già adottata da molti locali e da importanti partner, come National Geographic, che l’ha scelta come buona pratica per la sua campagna “Planet or Plastic” il cui testimonial Marco Mengoni ha voluto Pcup per la rassegna Atlantico Fest in cui ha lanciato il suo nuovo disco, a Milano lo scorso dicembre.

Oppure come la Federazione Italiana Rugby che, insieme al Ministero per le Politiche Agricole, ha ospitato lo stand del bicchiere ecologico durante le partite del Sei Nazioni allo stadio Olimpico di Roma. La lista di chi ci ha già creduto comprende anche l’Alcatraz, uno dei più noti locali di Milano. Trattative sono in corso con grandi stadi italiani, con importanti player del mondo dello spettacolo dal vivo e con alcune amministrazioni comunali.

Il bicchiere nella rete dell’Internet of Things

Ma che cosa vuol dire Pcup, e come funziona? Il nome è la sintesi delle parole “public cup”, bicchiere pubblico. Il materiale di cui è composto è il silicone, che dona al bicchiere flessibilità, in linea con le normative sulla sicurezza (a differenza del vetro e della plastica rigida), e lo rende adatto ai grandi eventi, dai concerti agli stadi.

Poi c’è il chip, incapsulato nel silicone sul fondo dell’oggetto. Come un’anima digitale che lo rende un device dell’Internet of Things. I clienti possono collegare chip e smartphone e pagare online saltando la fila alla cassa. I promotori possono raccogliere dati preziosi sulle abitudini di consumo. Ogni consumazione è conteggiata su uno schermo che mostra in tempo reale quanti bicchieri usa e getta (e quanta plastica) vengono risparmiati.

Il vuoto a rendere 2.0

È il vuoto a rendere il modello di business più diffuso per chi adotta Pcup. In pratica funziona così: all’ingresso dell’evento il cliente riceve un bicchiere pagando una cauzione che, se sceglie di riconsegnarlo all’uscita, gli verrà poi restituita. Ma l’avventore può anche decidere di portare a casa l’oggetto, che si trasforma così in un gadget da conservare.

Per ordinare da bere si può seguire il metodo tradizionale, pagando alla cassa in contanti, oppure quello immateriale: si scarica la app Pcup, ci si registra e si accosta lo smartphone al chip. Da quel momento il bicchiere è collegato al proprio profilo, che può essere ricaricato di una somma di denaro da qualsiasi carta. L’ordinazione viene scelta attraverso il listino nella app, per poi e presentarsi al bancone, saltando la fila alla cassa. Il barista appoggia il bicchiere a un lettore che gli comunica l’ordine e finalizza il pagamento. Il cliente può disconnettere quando vuole il bicchiere dal suo profilo.

Stefano Fraioli e Lorenzo Pisoni

«Siamo i primi a proporre un sistema funzionale e conveniente per accettare, in anticipo, la sfida lanciata dall’Unione Europea – spiega Lorenzo Pisoni, founder e CEO di Pcup e filosofo di formazione – che ha bandito dal 2021 il divieto di consumo dei prodotti di plastica monouso che rappresentano il 70% dei rifiuti marini. Abbandonare l’usa e getta porta a un risparmio immediato in termini di costi di pulizia e smaltimento e, in alcune amministrazioni, anche di Tari. Ma non ci limitiamo a fornire un bicchiere ecologico. Attorno c’è una gamma di servizi che passano per la nostra app: dai pagamenti digitali all’analisi dei dati di consumo e di vendita, fino alla gestione della community dei clienti attraverso contenuti esclusivi e push notification».

«Grazie al chip possiamo tracciare per la prima volta l’ultimo miglio della filiera delle bevande – aggiunge Stefano Fraioli, founder e responsabile commerciale di Pcup -, fornendo una miniera di informazioni utili per nuove strategie di marketing. I bicchieri si possono personalizzare: non più oggetti da buttare a fine cocktail, ma gadget che si possono portare a casa e riutilizzare. Con un guadagno ulteriore per i locali».

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